Snowpiercer è il film del regista sudcoreano Bong Joon-ho, tratto dal fumetto Le Transperceneige, ideato da J. Lob e J.M. Rochette.
Siamo nel 2031, il mondo è colpito da una nuova era glaciale, causata dal fallimento degli esperimenti che doveva fermare il riscaldamento globale.
Gli ultimi esseri umani, sopravvissuti al congelamento del pianeta, si sono rifugiati sullo “Snowpiercer”, un treno rompighiaccio, in grado di rimanere costantemente in corsa intorno alla Terra, grazie all’energia che riceve da un speciale motore perpetuo.
L’inventore dello Snowpiercer ha però basato l’equilibrio della comunità che abita il treno, su un sistema sociale diviso in classi.
I più poveri, saliti a bordo gratis, vivono nelle carrozze in coda, dove possono nutrirsi esclusivamente di barrette “proteiche”.
I più ricchi vivono in testa al treno e sono al comando di una milizia che rapisce i bambini dei più poveri per renderli schiavi.
La loro convivenza sfocerà in numerose rivolte da parte dei più poveri, per la conquista della testa del treno.
Il gelo, che in Snowpiercer, genera una catastrofe ambientale, nella storia della viticoltura, in proporzioni ridotte, si è trasformato invece in una dolce opportunità, dando vita agli Ice Wine, i vini di ghiaccio, realizzati con uve ghiacciate.
Gli Ice Wine sono nati in Germania, fra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, a causa di una forte gelata che provocò il congelamento di alcuni vigneti. I proprietari, nel tentativo di salvare parte delle uve, decisero comunque di vendemmiare, ottenendo inaspettatamente un mosto concentrato e molto dolce. Bisognerà però attendere la fine del 1960, ed il contributo di H. G. Ambrosi, per perfezionare le tecniche di pressatura e vinificazione delle uve ghiacciate, affidate prima al caso.
Le uve vengono lasciate maturare sulle viti per tutto l’inverno.
In questo periodo, il gelo cristallizza l’acqua contenuta negli acini e favorisce la concentrazione di zuccheri, acidi e sostanze aromatiche.
La raccolta viene fatta a mano con temperature tra i -7° e i -12°, inoltre per evitare lo scongelamento delle uve, si vendemmia durante la notte o nelle prime ore del mattino.
Durante la pressatura, dato che l’acqua contenuta negli acini è presente sotto forma di cristalli di ghiaccio, viene estratta dalle uve solo un piccola quantità di mosto, estremamente concentrato. Questo rende la fermentazione molto lenta, tanto da richiedere a volte diversi mesi.
Infine, la vinificazione si effettua in vasche di acciaio on in botti di rovere o barrique.
Di norma gli Ice Wine sono realizzati con uve bianche: Riesling, Vidal, Chardonnay, Gewürztraminer, Kerner, Pinot bianco, Chenin Blanc, Seyval Blanc e Ehrenfelser. Ma ne esistono anche prodotti con uve rosse: Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Pinot Nero, Merlot e Syrah.
Gli Ice Wine sono vini dolci, eleganti e ricchi. Dotati di una varietà di aromi e di sapori, che spazia dalle note di miele, albicocca, frutta esotica, vaniglia e spezie, ai sentori di fiori.
L’acidità ben bilancia e l’estrema dolcezza ne rende il sorso profondo, vellutato e fresco.
Si abbinano perfettamente sia a formaggi che a dolci a base di frutta, al caramello, al cioccolato, e sono fra i pochissimi vini che si possono abbinare anche al gelato.
Gli Ice Wine rappresentano uno dei migliori esempi della nostra capacità di adattamento.
Anche se non sappiamo se nel 2031 dovremo realmente fare i conti con una nuova era glaciale, Snowpiercer prova a metterci in guardia.
Visti gli effetti più recenti del cambiamento climatico, è tempo di prendere posizione ed agire. Per evitare di non avere altra scelta, che degustare vino rinchiusi in un treno in mezzo al ghiaccio.