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Sogni da coltivare

Minari di Lee Isaac Chung e il Picolit Colli Orientali del Friuli DOCG

cinepresa

Minari, diretto da Lee Isaac Chung, è la storia di una famiglia d’immigrati sudcoreani alla ricerca del sogno americano.
Jacob, insieme alla moglie e ai figli, si trasferisce dalla California alle campagne dell’Arkansas, determinato a coltivare prodotti tipici coreani, per rivenderli agli altri immigrati suoi connazionali.
Questa scelta, oltre a mettere a rischio le sue finanze e il suo matrimonio, metterà alla prova tutti i componenti della famiglia, portandoli a vivere al limite delle loro fragilità.

Ad esempio Monica, la moglie di Jacob, è scontenta per la loro casa in mezzo al nulla, e in continua ansia per il loro figlio più piccolo, David, affetto da una patologia cardiaca che gli impedisce di compiere sforzi ed affaticarsi.
Gli ostacoli e le avversità che Jacob incontrerà nel coltivare le foglie di perilla o le rape daikon, saranno solo alcune delle prove che la famiglia Yi dovrà superare per riuscire ad integrarsi nella nuova comunità.
Da sempre, come anche in questo film, la natura è capace di farsi metafora degli uomini e delle loro storie.

Fonte primaria di forme e di espressioni, fra le quali possiamo annoverare anche la vite ed il vino.
Nel caso della famiglia Yi e del piccolo David, se volessimo individuare un vitigno ed un vino rappresentativo anche solo in parte della loro storia, non potremmo che pensare al vitigno Picolit e al vino Colli Orientali del Friuli Picolit DOCG.

Il Picolit è un vitigno a bacca bianca antichissimo, coltivato già in epoca romana, originario del Friuli Venezia Giulia. Il nome “Picolit” significa “piccolo” e rimanda alla caratteristica di questo vitigno, che a causa del fenomeno dell’acinellatura, perde buona parte dei fiori, sviluppando una minore quantità di acini, e di dimensioni ridotte. Questo fa sì che le sostanze nutrienti della pianta si concentrino tutte in pochi acini, che acquistano qualità organolettiche uniche.

Fu il conte Fabio Asquini da Fagagna (1726-1818) a partire dal 1762, a far diventare il Picolit uno dei vini più richiesti nelle principali corti europee, apprezzato anche alla Corte di Francia, dal Re di Sardegna e dall’Imperatore d’Austria.

Purtroppo, con la morte del conte e l’avvento della fillossera, il sogno del Picolit si esaurì. La sua rinascita, nella prima metà del Novecento, si deve alla famiglia Perusini, che si dedicò ad una coltivazione di qualità del Picolit nei Colli Orientali del Friuli.
Le uve di Picolit vengono fatte appassire sulla pianta, oppure su graticci o cassette, all’aperto o anche in locali ben aerati. Utilizzate poi per produrre un vino bianco passito dolce o amabile: il Colli Orientali del Friuli Picolit DOCG.

Il suo bouquet è ampio, vario ed elegante, tra sentori di miele e fiori di campo, arricchito con note di mandorla e vaniglia. Il sapore è dolce e persistente, senza però essere stucchevole.
Il Picolit e Minari ci insegnano che i sogni possono essere molto fragili ma se saputi coltivare, con passione e anche con un pizzico di caparbietà, sono destinati a crescere e durare nel tempo.

locandina minari
Minari

GENERE:

drammatico

PRODUZIONE:

Stati Uniti d’America

REGIA:

Lee Isaac Chung

ANNO:

2020

ATTORI:

Steven Yeun, Ye-ri Han, Yuh Jung Youn, Alan S. Kim, Noel Cho
Colli Orientali del Friuli Picolit DOCG
Colli Orientali del Friuli Picolit DOCG

GENERE:

bianco, dolce

PRODUZIONE:

Friuli Venezia Giulia

NOTE DOMINANTI:

miele, fiori di campo, mandorla, vaniglia

VITIGNI:

Picolit

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