Alcarràs racconta la storia dei Solè, una famiglia di coltivatori, che lavorano per i Pinyol, una ricca famiglia che ha permesso ai Solè di nascondersi durante la guerra civile spagnola, ricevendo da loro in cambio un aiuto con il frutteto di pesche.
Quando il vecchio proprietario della tenuta muore, l’erede Pinyol decide di vendere il frutteto a un’azienda energetica, che ha in progetto di abbattere gli alberi ed installare un impianto di pannelli solari/fotovoltaici.
Viene quindi proposto ai Solè di occuparsi della manutenzione dell’impianto, lavorando meno e guadagnando di più. Ma Quimet, il figlio del più anziano dei Solé, si rifiuta, e insiste nel rivendicare la propria identità di coltivatore. Una presa di posizione che rischia di far perdere ai Solè il lavoro e la casa a cui hanno dedicato tutta la loro vita.
Alcarràs è un film autentico, con un cast di attori locali non professionisti e sequenze di immagini semplici ma intense: gli alberi, il lavoro nei campi, le lumache sulla griglia, le risate e le feste di paese.
Autenticità ed intensità che sono proprie della cultura contadina e a cui dobbiamo molte delle eccellenze enogastronomiche italiane. Come il vino Valpolicella Ripasso Superiore DOC Classico, originario delle colline della Valpolicella, intorno alla città di Verona.
Il Ripasso viene prodotto facendo rifermentare le vinacce di Recioto e Amarone, aggiungendole al mosto del vino Valpolicella.
Un vino nato dall’ingegno contadino, come metodo di riciclo delle vinacce. Un tempo infatti i mezzadri producevano il vino per i proprietari delle terre e finito il processo di fermentazione avevano diritto a tenere le vinacce. Queste venivano fatte rifermentare con il vino base, che di conseguenza si arricchiva di alcol e zucchero, divenendo così meno deperibile e più calorico.
Il Valpolicella Ripasso è prodotto con uve Corvina, Corvinone e Rondinella.
Ha profumi classici di amarena, erbe aromatiche e fiori. Un bouquet che si arricchisce ulteriormente di spezie dolci, cacao, vaniglia e cannella, quando viene affinato in botte, anche fino a 24 mesi. Per un finale che regala sentori di mandorla.
Al palato è un vino potente e tannico, strutturato e persistente, anche se allo stesso tempo è un vino sapido e fresco, con sapori di radici di rabarbaro e liquirizia.
Un vino dalla forte identità storica e sociale, che rimanda ad un mondo, dove il lavoro agricolo è parte integrante del tessuto culturale ed economico di un paese.
Un mondo che oggi, come in Alcarràs, rischia di venire spazzato via per sempre. Ma che proprio grazie al vino, può tornare a rivendicare il proprio ruolo. Perché il vino, prima di tutto, viene dalla terra e da chi la coltiva. E questa senza dubbio è anche una questione di identità.