Cosa c’entra la liquirizia con la pizza?
Ebbene, l’espressione Licorice pizza, titolo dell’ultimo film di Paul Thomas Anderson, deriva da un modo di dire inglese per indicare i dischi 33 giri in vinile, e non è un caso che il regista l’abbia scelto proprio come titolo di questo film.
In Licorice pizza, la musica è una vera e propria protagonista, testimone e maestra di cerimonie in ognuna delle tappe di questo viaggio “dove tutto è possibile, tutto può accadere e l’estate non finisce mai”.
Ambientato nella San Fernando Valley degli anni ’70, il film racconta l’incontro e la storia d’amore fra Gary Valentine e Alana Kane. Lui un adolescente fanfarone, studente delle superiori e attore di successo. Lei una fotografa venticinquenne, matura, disincantata e in corsa per l’indipendenza.
Un film sull’immaginario e la memoria del regista, e su ciò che sembrava l’America durante la sua adolescenza: ovvero un luogo di grandi contraddizioni e grandi cambiamenti, dove c’era soprattutto tanta voglia di realizzare i propri sogni.
I ricordi, ed il cinema, hanno il potere di farci rivivere interi eventi della nostra vita passata. Sono capaci di far apparire alla nostra mente luoghi, persone e sensazioni, lontani nel tempo e nello spazio.
Un potere che ritroviamo anche negli odori.
Inclusi quelli che possono sprigionarsi da un calice di vino.
Alimento portentoso, capace di esprimere centinaia e centinaia di odori diversi. Come le note di liquirizia di un Barbera d’Asti DOCG.
Un vino prodotto con almeno il 90% di uve Barbera, coltivate principalmente in Piemonte e Lombardia, e con almeno 4 mesi di affinamento. Caratterizzato da elevata acidità, ciliegia dominante, tannini abbondanti ma setosi e colore rubino.
Al naso è intenso e complesso, con note in testa di composta di lamponi, di ciliegie e grafite, cuore di prugna e mora, e fondo di cioccolato bianco e liquirizia appunto.
Al palato risulta di corpo, tannico quanto basta e persistente, con un ingresso di ciliegia e grafite, cioccolato bianco e prugna matura al centro, con un finale e un retrogusto di liquirizia (ecco che ritorna), sottobosco e mandorla.
Il Barbera d’Asti DOCG viene prodotto anche in una versione superiore con sottozone, cioè con uve provenienti esclusivamente da due zone specifiche del Piemonte: Tinella e Colli Astiani.
Dopo la degustazione in abbinamento con la visione di Licorice pizza, ci piace immaginare una terza e nuova sottozona, lontana nel tempo e nello spazio, nella San Fernando Valley degli anni ’70. Dove i vitigni custodiscono la memoria delle nostre emozioni.