Negli anni Duemila lo bevevano le eroine di Sex and the City, i dj da rooftop e chiunque volesse qualcosa di “esotico” ma elegante. Era il drink di chi voleva distinguersi senza esagerare, di chi cercava un sapore inedito con un’estetica curata, una specie di profumo in forma liquida.
Poi il Lychee Martini è sparito dai radar. Troppo dolce, troppo kitsch, troppo… rosa?
E invece no: è tornato. E oggi — tra cultura asiatica, cocktail minimalisti e tendenze Y2K — è più trendy che mai.
Ecco tutto quello che devi sapere su questo drink profumato e sofisticato, che sa essere pop, ma anche colto.
Cosa c’è davvero nel Lychee Martini?
A dispetto del nome, non è un Martini classico. Non c’è vermouth, non è sempre dry. Ma la forma, l’intenzione e il bicchiere… sono quelli.
Si serve in coppa, si prepara con tecnica, si beve con lentezza. E come il Martini originale, anche questo si presta a mille variazioni e interpretazioni.
Ricetta base:
- 45 ml vodka (o gin, per un tocco botanico)
- 15–20 ml succo o liquore di lychee
- 10 ml sciroppo di zucchero (se serve)
- 10 ml succo di lime o di lychee fresco
- 1 lychee sciroppato o fresco per guarnire
Metodo:
Shakerare tutti gli ingredienti con ghiaccio abbondante, per ottenere una diluizione precisa e una texture setosa.
Filtrare in una coppetta ghiacciata, elegante e minimale.
Guarnire con un lychee infilzato su uno stecchino (o una scorza di lime per chi ama l’essenzialità).
Il segreto? Bilanciare bene l’aroma del lychee con acidità e freschezza. Troppo dolce = effetto bubble tea. Troppo secco = perde senso.
Il Lychee Martini vive in quell’equilibrio difficile tra fruttato e sofisticato.
Perché il lychee?
Il lychee (o litchi) è un frutto originario della Cina meridionale, dal sapore unico: floreale, leggero, quasi muschiato.
Ha una dolcezza delicata e una texture succosa che lo rendono perfetto per drink raffinati, da sorseggiare con attenzione.
In Asia è simbolo di fortuna, romanticismo e bellezza. In Europa, è l’alternativa raffinata a tutto ciò che sa di tropicale.
Invece dell’ananas, il lychee. Invece della papaya, il profumo.
È un ingrediente che racconta molto più di quel che sembra.
Un tocco di cultura orientale, un’estetica curata, un gusto inaspettato.
Perché sta tornando (e dove lo vedi servito)
- Cultura asiatica sempre più presente nella mixology (pensiamo a yuzu, sakè, tè matcha)
- Estetica Y2K in risalita: glitter, sushi bar, fashion nostalgico
- È un cocktail glamour, ma non scontato
- Funziona anche con ingredienti low alcol o fermentati → perfetto per i nuovi trend
I bar di fascia alta oggi lo reinterpretano con classe: gin al gelsomino, vodka al pepe bianco, infusioni di tè verde, kombucha o sakè.
È passato dal bancone dei club alla carta dei cocktail bar più creativi.
Le varianti più interessanti
- Gin Lychee Martini → floreale e secco, più adulto
- Lychee & Rose Martini → con sciroppo di rosa o acqua di fiori, ultra femminile
- Yuzu Lychee → con agrume giapponese acido al posto del lime, per un twist raffinato
- Lychee Spritz → versione allungata con prosecco o soda, perfetta per l’aperitivo
Ogni variante racconta una sfumatura diversa: floreale, agrumata, sparkling. Ma tutte mantengono quella cifra leggera e profumata che rende questo drink così riconoscibile.
Il Lychee Martini:
è femminile, ma non frivolo
profuma di Oriente, ma parla anche a chi ama i classici
è ideale per un pre-cena elegante, una serata sushi o un aperitivo da fashion week
Torna in voga perché sa di passato… ma guarda avanti.
E se fatto bene, è uno dei drink più seducenti che puoi servire in un calice.
È come un profumo: leggero, persistente e impossibile da dimenticare.
Fonti autorevoli:
The Flavor Bible – Karen Page & Andrew Dornenburg
Difford’s Guide – Lychee Martini recipes & history
Punchdrink – The Return of Floral and Fruity in Modern Cocktails
The Guardian – Y2K cocktails are back, and here’s why