Nella sua storia avvincente, il vino ha conosciuto anche battute d’arresto che hanno rallentato il suo percorso di perfezionamento.
L’eruzione del Vesuvio e i primi cru francesi nella Gallia
Un esempio è rappresentato da Pompei: durante l’Impero Romano è una città ricca di wine bar pieni zeppi di serbatoi di vino.
Ma sfortunatamente nel 79 d.C viene rasa al suolo dall’eruzione del Vesuvio e lascia i romani senza vino per un bel po’ di tempo.
La storia non finisce qui, perché le viti ricrescono lentamente e, con l’invenzione delle botti dei celti, nasce anche un modo più semplice per trasportare il vino.
Non molto tempo dopo i romani dopo riescono a farlo apprezzare particolarmente al popolo dei Galli, ottimi clienti a cui piace il vino così tanto da far nascere in quella stessa terra i primi cru francesi.
La fede islamica e il commercio nella guerra dei Cento Anni
Un altro momento di stop si registra quando muore il profeta Maometto nel 632 d.C.
Con lui, se ne va anche la possibilità di bere il vino in seguito ai princìpi della religione islamica: in tutti i paesi arabi è vietato il consumo di vino.
Grazie al cielo però non vengono bloccate le esportazioni, preziosa opportunità economica che anche nei secoli successivi venne sfruttata al meglio, anche in presenza di scontri bellici. E’ il caso di inglesi e francesi che, anche di fronte alla guerra dei Cento Anni, non vogliono interrompere il prezioso commercio del vino.
Ma inglesi e francesi non sono le uniche potenze ad avere in mano un tesoro così grande…
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