Drive My Car, di Ryūsuke Hamaguchi, racconta la storia di Kafufu, attore e registra teatrale, e della sua nuova autista, Misaki, che conosce durante la messa in scena de lo “Zio Vanja” di Checov.
Trascorrendo molto tempo insieme, fra un tragitto e l’altro, Yusuke e Misaki inizieranno ad aprirsi e a raccontarsi alcuni degli aspetti più delicati del loro passato.
Scopriranno così di essere convinti, entrambi, di non aver fatto abbastanza per evitare la morte della moglie o della madre.
Drive my car è un film ricco di parole. Parole scritte nel testo teatrale di Checov, recitate sul palcoscenico, mimate attraverso il linguaggio dei gesti, pronunciate nell’abitacolo di una Saab 900 rossa, ed anche solo pensate dai protagonisti.
Parole usate per inventare storie, confessare traumi, ammettere colpe e infine per ritrovare se stessi.
Parole che sono anche una forma di rifugio sicuro e che il film cercherà di espugnare. I protagonisti infatti dovranno imparare ad accogliere e ad ascoltare gli altri, aprendo lo spazio inviolabile dei propri pensieri ad un’altra persona ed osservando con occhi diversi la realtà che li circonda.
Un film che chiede tempo, ai protagonisti della storia e allo spettatore. Come nel caso dei vini da meditazione. Vini dai sapori e dai profumi molto intensi, che per essere compresi ed apprezzati richiedono una pausa e un momento di riflessione, perché vanno sorseggiati con calma e assaporati lentamente.
L’Italia vanta una produzione vasta e di alta qualità di vini da meditazione. Passiti dolci, ampi e complessi, come il Picolit dei Colli Orientali del Friuli o il Passito di Pantelleria. Vini rossi di lungo percorso, come il Brunello di Montalcino con almeno 5 anni in legno, il Barolo Riserva o il Vin Santo del Chianti. O vini liquorosi con un lungo invecchiamento, come il Marsala.
Degustare un vino da meditazione è un viaggio attraverso i sensi e le emozioni.
Attraverso i colori che variano dal giallo paglierino all’ambrato, al mogano, al rubino, al granato.
E attraverso profumi avvolgenti, dai fiori freschi a quelli secchi, dalla frutta tropicale a quella candita, dalle spezie ai profumi tostati e al cioccolato, passando per sentori di erbe aromatiche.
L’assaggio infine è un vero e proprio ingresso in un altro mondo. Un mondo fatto di quiete e contemplazione, che, come la storia di Drive my car, regala qualcosa di profondo e inaspettato.