L’Amaretto è uno dei liquori italiani più famosi al mondo, con un’identità precisa: dolce, aromatico, ricco. Nasce da una base di mandorle naturali, zucchero, vaniglia e spezie, a cui si aggiungono (a seconda del produttore) noccioli di albicocca, ciliegie o prugne. Il risultato è un infuso ambrato con una gradazione di circa 28°, da bere liscio, con ghiaccio o in cocktail che sanno di nostalgia elegante.
E no, non è un amaro, nonostante il nome.
C’è qualcosa nell’Amaretto che sa di casa. Di liquori “di una volta” serviti con affetto dai nonni, ma anche di bottiglie d’ambra scintillante sulle mensole più eleganti dei bar internazionali.
Il suo profumo? Dolce, intenso, con quella nota di mandorla che resta nel naso e nel cuore.
La storia dell’amaretto di Saronno
Dietro ogni grande liquore, c’è sempre una grande storia. E quella dell’Amaretto comincia nel 1500, quando Bernardo Luini, allievo del più celebre Leonardo, si fermò a Saronno per dipingere un affresco nel Santuario della Beata Vergine.
Ospite in una locanda del posto, si innamorò — forse più del liquore che della locandiera, forse di entrambi — di un infuso fatto in casa a base di mandorle e brandy.
Così, almeno racconta la leggenda.
Quello che è certo è che, da allora, l’Amaretto ha viaggiato nel mondo diventando un classico del bere italiano, apprezzato da New York a Tokyo.
Chi lo fa bene
A Saronno, due sono i nomi storici da conoscere:
- Disaronno, prodotto dall’azienda Ilva di Saronno, marchio nato nel dopoguerra per distinguersi dalle imitazioni e oggi considerato un’icona del made in Italy.
- Amaretto Lazzaroni 1851, prodotto dalla famiglia Lazzaroni con una ricetta basata su infusione di biscotti alle mandorle (sì, davvero).
Un outsider da tenere d’occhio? Gozio Amaretto, delle Distillerie Franciacorta, molto apprezzato negli Stati Uniti, meno noto in Italia.
Come bere l’amaretto di Saronno
L’Amaretto è ottimo liscio o con ghiaccio, perfetto come digestivo, ma trova nuova vita anche nei cocktail — specialmente in quelli a base caffè o whisky.
Tre sono i drink “ufficiali” dell’International Bartenders Association (IBA):
- Godfather: Scotch + Disaronno. Un classico da sera lenta.
- Godmother: Vodka + Disaronno. Più etereo, ma ugualmente deciso.
- French Connection: Cognac + Disaronno. Morbido e raffinato, come un vecchio film francese.
Se vuoi provarlo a casa, gioca con queste basi. E se sei in vena creativa, osa: Amaretto con cold brew, con rum speziato o anche con soda alla ciliegia.
In cucina? Si, grazie
Dove c’è un dolce, c’è spazio per un goccio di Amaretto. Perfetto nel tiramisù, nelle creme al cucchiaio, nei brownie all’italiana e persino in alcuni piatti salati (tipo salse per arrosti o carni in agrodolce).
Usi salati sorprendenti
- Salse per arrosti o brasati: un cucchiaio di Amaretto a fine cottura, magari con una noce di burro, dona al sugo una nota calda e intrigante.
- Verdure caramellate: perfetto con cipolle rosse o zucca al forno. Un tocco di Amaretto esalta la dolcezza senza stuccare.
- Formaggi stagionati: una riduzione di Amaretto e aceto balsamico sopra a un pecorino invecchiato o a un blue cheese è un abbinamento da ricordare.