Il SANA 2025 è la culla di nuove idee rivoluzionarie, un luogo in cui i principali attori del settore biologico si incontrano per plasmare il futuro dell’agricoltura italiana.
E’ questo il contesto nel quale viene presentata Rivoluzione Bio, un cambiamento di rotta che sta trasformando il mondo dell’agricoltura in Italia.
Rivoluzione Bio coinvolge istituzioni, esperti, organizzazioni ed enti di categoria in un dibattito avvincente sui temi più scottanti della filiera del biologico.
Protagonista indiscusso dell’agenda è il Piano d’Azione nazionale per il biologico, un programma ambizioso che promette di cambiare il volto dell’agricoltura in Italia.
Si tratta di uno dei principali punti all’ordine del giorno durante gli Stati generali del biologico della 36ª edizione di SANA, la fiera dell’agricoltura naturale e del biologico.
I numeri
I numeri presentati dall’Osservatorio SANA mostrano chiaramente l’entità di questa rivoluzione. Le vendite di alimenti biologici nel mercato interno hanno superato i 6,5 miliardi di euro nel 2024, con un aumento del 5,7% rispetto all’anno precedente. Anche l’export ha visto una crescita significativa, raggiungendo 3,9 miliardi di euro, un aumento del 7% rispetto al 2023.
Settore in forte crescita anche la ristorazione commerciale e collettiva, che ha registrato un impressionante +5% rispetto al 2023, con un valore di oltre 1,3 miliardi di euro.
Non solo vendite, ma anche spazi e persone
Le superfici coltivate con metodo biologico hanno raggiunto i 2,46 milioni di ettari, registrando un incremento di 106.000 ettari (+4,5%) rispetto all’anno precedente. Questo porta l’incidenza della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) nazionale dedicata al biologico al 19,8%, avvicinando l’Italia all’obiettivo del 25% entro il 2030 stabilito dalla Strategia Farm to Fork dell’Unione Europea.
Il numero totale di operatori biologici è aumentato dell’1,8%, raggiungendo 94.441 unità. In particolare, le aziende agricole rappresentano l’89% del totale degli operatori biologici, con una crescita significativa nella categoria dei produttori/preparatori.
Comunicare il biologico: 100 giorni sani
L’Osservatorio 100 Giorni Sani, promosso da SANA Food, ha condotto un’indagine su 3.000 italiani e 1.000 danesi per esplorare la conoscenza e la percezione di termini legati all’alimentazione sana nei due Paesi.
Familiarità con i termini alimentari
In entrambi i Paesi, termini come “vegano”, “biologico” e “da agricoltura sostenibile” sono ampiamente riconosciuti, riflettendo un crescente interesse verso stili di vita salutari. Tuttavia, alcune espressioni mostrano livelli di conoscenza differenti:
Termine | Italia | Danimarca |
---|---|---|
A km zero/filiera corta | 89% | 46% |
Da agricoltura sostenibile | 88% | 79% |
Biologico | 88% | 85% |
Vegano | 86% | 83% |
Kosher/Halal | 64% | 50% |
Plant based | 58% | 85% |
Biodinamico | 54% | – |
Filiera controllata e certezza dell’origine | – | 46% |
Percezione dei prodotti alimentari
Categoria | Italia | Danimarca |
---|---|---|
Biologico | 45% | 41% |
“Privo di” (es. zuccheri aggiunti, nichel) | 40% | 35% |
“Arricchito di” (es. proteine, omega-3) | 12% | 17% |
Vegano | 7% | 8% |
L’indagine mette in luce come la percezione dell’alimentazione sana sia fortemente legata alla cultura e alle abitudini locali. Se in Italia il concetto di “km zero” è sinonimo di qualità, in Danimarca prevale l’attenzione verso il “plant based”. Tuttavia, in entrambi i Paesi, resta il divario tra conoscenza e reale fiducia nei prodotti. La sfida per il futuro? Comunicare meglio i benefici di queste scelte, rendendole più accessibili e trasparenti.