La grappa, distillato di orgoglio italiano: origini, storia e (ri)scoperta

La grappa è un distillato che racconta storie di vendemmia, tradizioni contadine e mani esperte. Ottenuta dalle vinacce, i residui dell’uva dopo la spremitura, è molto più di un semplice liquore da fine pasto. È un pezzo di storia che profuma di terra e fatica, ma che nel tempo è diventato simbolo di eccellenza, apprezzato anche dai palati più raffinati.

Le sue origini sono umili e talvolta clandestine, nate nelle montagne del Nord Italia, dove le prime distillazioni venivano fatte nelle case contadine con metodi semplici. La grappa era un distillato rustico, creato per valorizzare ciò che restava dopo la vinificazione, ma capace di esprimere un carattere forte e autentico. Nel Novecento, con l’industrializzazione e regole più rigide, la grappa si è trasformata, diventando un prodotto di qualità con fama internazionale.

Oggi, la grappa ha lasciato l’immagine di distillato povero e ruvido, riscoprendo la sua eleganza e perfezionando la produzione. Le distillerie artigianali ne esaltano le caratteristiche, facendo di essa un distillato sofisticato, che conserva il legame con il territorio e la vinificazione. Non è più solo un liquore da fine pasto, ma una bevanda che racconta la storia di ogni goccia, capace di conquistare anche i palati più esigenti.

Come si fa la grappa (fatta bene)

Fare la grappa è un’arte, e come tutte le arti richiede tempo, cura e rispetto delle materie prime. Si parte dalla selezione delle vinacce, che devono essere fresche, sane e lavorate entro 24 ore dalla pigiatura. Dopo la selezione, la vinaccia viene fermentata e poi distillata. La distillazione può essere discontinua, nei tradizionali alambicchi, oppure continua, per produzioni più industriali. Se la distillazione è fatta nei piccoli alambicchi, il risultato è un distillato più complesso, capace di conservare tutti i profumi e gli aromi che raccontano la storia della materia prima.

Durante il processo, si eliminano le “teste” e le “code”, le prime e ultime frazioni del distillato che vengono scartate perché non perfette.
Il cuore, invece, è ciò che rimane e che conserva tutti gli aromi più pregiati, quel profumo intenso che riconosci subito al naso. Ecco, la buona grappa si riconosce proprio qui: al naso deve essere pulita, intensa, senza alcun sentore di bruciato o di acetone. E se invecchiata in legno, è in grado di sviluppare note avvolgenti di vaniglia, frutta secca e spezie. Ma anche la grappa giovane, se ben fatta, può essere una sorpresa, con una freschezza e un carattere che fanno dimenticare la sua tradizione “rustica”.

Le nuove frontiere della grappa: monovitigno, invecchiamento e mixology

Scordatevi la grappa “da bar di paese”. Oggi il distillato italiano per eccellenza si reinventa, cavalcando trend globali come l’affinamento in legni nobili, la produzione da singolo vitigno (monovitigno) e l’uso sempre più frequente nei cocktail. Immagina una grappa fatta da vinacce di Nebbiolo, Moscato o Amarone: ogni sorso ti racconta l’impronta dell’uva, il carattere del vitigno, le specificità del territorio. Alcune distillerie, addirittura, producono grappe selezionando le vinacce da singoli cru, rendendo il distillato ancora più esclusivo, quasi un’opera d’arte.

L’invecchiamento è un altro punto di svolta: oggi molte grappe vengono affinate in botti di legno pregiato, come quelle ex-cognac, ex-whisky o ex-sherry. Questi legni nobili donano sfumature che non troveresti mai in una grappa giovane, rendendola ancora più sofisticata e intrigante. Inoltre, la grappa è entrata ufficialmente nel mondo della mixology, diventando protagonista nei cocktail bar di tutto il mondo: non più solo da fine pasto, ma anche come base per twist su classici come il Negroni o l’Old Fashioned.

Distillerie come Nonino, Poli, Berta o Capovilla hanno rivoluzionato il settore, dimostrando che la grappa può essere elegante, profumata, raffinata. Una grappa da meditazione, da degustare in calice ampio, ma anche un ingrediente insolito e intrigante per la mixology d’autore.

Curiosità finali: falsi miti e ritorni di fiamma

Si pensa ancora che la grappa sia solo per gli anziani o che “bruci” troppo. Falso: oggi esistono prodotti adatti anche ai neofiti, morbidi e aromatici, grazie alla selezione accurata delle vinacce e alle tecniche moderne. E tra i giovani crescono gli estimatori, attratti dalla sua autenticità e dalla riscoperta del bere consapevole.

In definitiva: la grappa è viva, vegeta e ha ancora molto da raccontare. Non resta che ascoltarla, un sorso alla volta.

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