Dimenticate le birre artigianali da cantina ribelle o i cocktail fluo serviti nei bar desertici di Tatooine. Darth Vader non si mescola alla folla con un drink in mano e un ombrellino nel bicchiere.
No, lui beve vino.
E non un vino qualsiasi: oscuro, profondo, potente.
Un calice che non si limita ad accompagnare una cena, ma che ti costringe a fermarti, ad ascoltare. A sentire il peso. Se c’è un vino che può raccontare davvero la sua storia — o meglio, la sua tragedia — è senza dubbio l’Amarone della Valpolicella.
Amarone: potenza, controllo, oscurità
L’Amarone non nasce leggero. È un vino che parte dalle uve più nobili della Valpolicella — Corvina, Rondinella, Molinara — ma viene portato oltre, attraverso un processo lungo, meditato, quasi al limite dell’ossessione. L’appassimento. Le uve vengono raccolte e lasciate asciugare per mesi in fruttai ventilati, finché l’acqua evapora e resta solo l’essenza. È come se ogni chicco vivesse la sua personale discesa nel lato oscuro.
E cosa diventa, dopo tutta quella attesa? Un vino denso, concentrato, con una struttura che ti avvolge come un mantello nero. Ha calore, certo — spesso sopra i 15 gradi alcolici — ma anche profondità: note di cacao amaro, ciliegia sotto spirito, spezie orientali, cuoio vecchio, pepe nero, tabacco. È un vino che parla lentamente, ma con autorità. Non ha bisogno di urlare. Ti guarda. E tu ascolti.
La Forza è forte in questo vino
Diciamocelo: Darth Vader non può bere un vino facile. Niente fruttatini estivi da sorseggiare mentre si accarezza il casco. Gli serve qualcosa di impegnativo. Qualcosa che imponga rispetto. Un vino che non si concede subito, che ha bisogno di essere affrontato. L’Amarone ti mette alla prova. Chiede tempo, la giusta temperatura, pazienza. Ma se lo tratti bene, ti rivela tutto. E dentro quella potenza scura, scopri anche un’anima.
Sì, perché l’Amarone — come Vader — è spesso frainteso. C’è chi lo vede solo come un vino muscolare, alcolico, da camino e cioccolato. Ma i grandi Amaroni sono complessi, austeri, eleganti. Oscuri fuori, ma con una scintilla viva all’interno. Proprio come Anakin Skywalker, che sotto l’elmo nero, in fondo, non ha mai smesso di esistere.
Alternativa per i più dark (ma moderni)?
Se però siete più da spin-off che da trilogia originale, e cercate un vino un po’ meno “saga” e un po’ più “nuovo cattivo tormentato”, ci sono valide alternative. Un Syrah di Cornas, per esempio: scuro, speziato, selvaggio, con un’anima animale e minerale che non lascia spazio ai compromessi. Oppure un Aglianico del Vulture Riserva: tannino vivo, frutto nero, fumo, pietra lavica — è come bere un campo di battaglia dopo il passaggio di uno Star Destroyer.
Sono vini meno celebrati dell’Amarone, forse. Ma perfetti per chi, come Vader, vive in bilico tra il potere e la rovina, tra il desiderio di dominio e l’eco di ciò che era.
Cosa gli serviremmo a 7pm.fun?
Se Lord Vader passasse da noi a 7pm, sapremmo accoglierlo con il rispetto dovuto. Probabilmente gli proporremmo un Amarone Classico di Bertani: uno di quei vini che non hanno bisogno di presentazioni. Preciso, elegante, senza sbavature. O forse andremmo più a fondo, scegliendo un Amarone Stropa di Monte Dall’Ora, radicale, profondo, biodinamico — un vino che parla poco, ma quando lo fa, ti cambia.
Oppure… non gli serviremmo niente. Perché forse, per Darth Vader, il vino non è un piacere. È un rito. Un momento di solitudine. Un modo per ricordare. Non i trionfi. Ma tutto quello che ha perso.
Perché Vader non beve per festeggiare. Beve per ricordare.
E in questo, credeteci, l’Amarone è più potente della Morte Nera.