Il mondo del vino è un universo fatto di regole non scritte, consuetudini tramandate di generazione in generazione e piccole manie che spesso sfuggono alla logica. Alcune sono il frutto di tradizioni sensate, altre sembrano nate per caso e diventate legge senza un vero motivo.
Nel 2025, ha ancora senso parlare di “galateo” quando si tratta di vino? Sì, ma senza rigidità inutili. Il vino è cultura, piacere e condivisione. E il galateo moderno non impone regole ferree, ma suggerisce buone pratiche che hanno un senso. Ecco dunque il galateo del vino versione 7PM: ironico, ma con argomentazioni serie. Per evitare gaffe, finti intenditori e scelte fuori luogo.
Si può portare un rosato a una cena importante?
Sì, anzi: bravo. Il rosato è ancora sottovalutato, spesso visto come un vino minore, ma negli ultimi anni è diventato uno dei più versatili e interessanti da abbinare a tavola.
Un rosato serio può accompagnare con eleganza piatti complessi, anche a base di carni bianche, salumi, formaggi stagionati e pesci saporiti. Se vuoi colpire, scegli un rosato strutturato e affascinante come un Cerasuolo d’Abruzzo, un Chiaretto Classico o un Etna Rosato.
Il trucco? Saper raccontare il vino che porti. Se ne conosci la storia, il metodo di produzione o qualche curiosità sul produttore, diventerà subito protagonista della serata.
Il bianco con la carne: si può?
Assolutamente sì. La vecchia regola “bianco con il pesce, rosso con la carne” è ormai superata. Quello che conta davvero è l’intensità del piatto e l’equilibrio tra aromi e struttura del vino.
Meglio un Verdicchio Riserva, un Timorasso o un Trebbiano d’Abruzzo maturato in anfora con un arrosto delicato che un rosso troppo pesante che copre tutto. La chiave è l’abbinamento per intensità, non per colore.
Portare un vino con tappo a vite: è una cafonata?
No, se scegli il vino giusto. Il tappo a vite (screw cap) è usato da alcuni dei più grandi produttori del mondo, soprattutto in Australia, Nuova Zelanda e Germania.
I vantaggi? Evita il rischio di “odore di tappo” (TCA), conserva meglio freschezza e aromi ed è perfetto per vini pensati per essere bevuti giovani.
Quindi, più che il tappo, conta cosa porti.
Il vino deve “respirare” prima di essere servito?
Dipende dal vino. L’ossigenazione è utile per alcuni rossi giovani e potenti, come un Barolo, un Syrah o un Amarone appena stappato.
Ma attenzione: togliere il tappo e lasciare la bottiglia ferma non serve a nulla. Se vuoi far “respirare” un vino:
- Usa un decanter per aumentare la superficie di contatto con l’aria;
- Versane un po’ nel bicchiere e agitalo per accelerare l’ossigenazione.
Molti vini moderni, invece, sono già pronti da bere senza bisogno di decantazione.
Il vino freddo si beve solo in estate?
No. La temperatura di servizio è fondamentale tutto l’anno. Un rosso a 20°C può essere troppo caldo, un bianco ghiacciato perde tutti i suoi aromi.
Temperature ideali di servizio:
- Spumanti: 6-8°C
- Bianchi aromatici e rosati: 8-10°C
- Bianchi strutturati: 10-12°C
- Rossi leggeri: 14-16°C
- Rossi importanti: 16-18°C
Se un rosso è troppo caldo, mettilo in frigo per 15-20 minuti. Se un bianco è troppo freddo, lascialo qualche minuto nel bicchiere.
Miti da sfatare: “Più vecchio è, meglio è”
Non sempre un vino invecchiato è migliore. Alcuni vini sono pensati per essere bevuti giovani, quando la loro freschezza e acidità sono al massimo.
- Un Sauvignon Blanc o un Vermentino dopo 5-6 anni può perdere vivacità.
- Un Chianti Classico giovane può essere più piacevole di una vecchia annata stanca.
- Non tutti i rossi hanno bisogno di anni di cantina per esprimersi al meglio: alcuni Pinot Nero o Barbera danno il meglio di sé dopo pochi anni.
Quindi, la regola giusta è: bevi il vino quando è nel suo momento migliore, non solo perché è vecchio.
La gestualità del vino: errori da evitare
Il modo in cui si tiene e si serve il vino dice molto di chi lo offre. Alcuni accorgimenti utili:
- Non riempire troppo il bicchiere: lasci spazio per far girare il vino e apprezzarne i profumi.
- Tieni il calice dallo stelo: toccare la coppa scalda il vino e lascia impronte fastidiose.
- Non agitare il vino come un cocktail shaker: va fatto con delicatezza per liberare gli aromi, non per creare un vortice nel bicchiere.
- Brindisi senza sbattere i bicchieri: il gesto elegante è alzare il calice e incrociare gli sguardi, senza rischio di rotture.
Concludiamo con una regola d’oro
Il vino non è un test di cultura, né un trofeo da esibire. Il galateo moderno dice che conta cosa porti, ma anche come lo condividi.
Se devi spiegare il vino per fare bella figura, forse hai sbagliato bottiglia.
La vera eleganza è:
- Scegliere con cuore;
- Offrire con generosità;
- Bere con attenzione.
Il resto? Si perdona sempre!