Elegante, effervescente, intramontabile.
Il Gin Fizz è il cocktail perfetto per chi cerca freschezza senza banalità, un drink leggero solo all’apparenza, che ha più di un secolo di storia sulle spalle.
E no, non è una semplice “vodka lemon in camicia”.
È uno dei capisaldi della miscelazione classica, riconosciuto ufficialmente dall’International Bartenders Association (IBA).
Un cocktail che ha saputo adattarsi alle epoche, dalle sale dorate della Belle Époque ai bar contemporanei più minimal, mantenendo intatto il suo fascino dissetante e raffinato.
Scopriamo com’è nato, perché funziona così bene e come prepararlo davvero come si deve.
Un cocktail ottocentesco (ma sempre attuale)
Il Gin Fizz compare per la prima volta nel 1876, tra le pagine di The Bartender’s Guide di Jerry Thomas, uno dei personaggi più iconici della storia del bere miscelato. Considerato il “padre” della mixology moderna, Thomas ha codificato per la prima volta molti dei drink che oggi diamo per scontati — e il Gin Fizz è tra questi.
All’epoca, i “fizz” erano una categoria vera e propria, una famiglia di cocktail semplici ma brillanti, costruiti su uno schema base: distillato, succo fresco, un tocco di dolcezza, e la magia finale della soda che solleva tutto con la sua frizzantezza.
Un po’ come mettere una lente d’ingrandimento su ogni sapore.
Tra tutti i vari fizz, quello al gin è diventato il più celebre.
Complice la diffusione del gin in Europa e negli Stati Uniti, e quel profilo aromatico così particolare, che si sposa perfettamente con gli agrumi, il Gin Fizz ha trovato la sua strada nei saloon americani, nei caffè parigini, nei club inglesi, arrivando a essere uno dei drink più amati anche oggi.
La ricetta ufficiale del Gin Fizz (secondo l’IBA)
Ingredienti
- 45 ml di gin
- 30 ml di succo di limone fresco
- 10 ml di sciroppo di zucchero
- soda water ben fredda
- ghiaccio q.b.
Metodo
- Versa il gin, il succo di limone e lo sciroppo in uno shaker con ghiaccio.
- Shakera energicamente per raffreddare e amalgamare bene gli ingredienti.
- Filtra in un tumbler o bicchiere highball riempito con nuovo ghiaccio.
- Colma delicatamente con soda, cercando di non spezzare la frizzantezza.
- Guarnisci con una scorza o una fetta sottile di limone, se vuoi completarlo con un tocco estetico.
Il segreto? Tutto sta nella temperatura e nella tecnica: il ghiaccio dev’essere ben scolato, per non annacquare troppo il cocktail, e la soda dev’essere fresca di frigorifero, così da dare al drink la spinta giusta, mantenendolo vivace fino all’ultimo sorso.
Variante tecnica: il Gin Fizz con albume
C’è chi ama il Gin Fizz anche in versione “vestito da sera”: più cremoso, più setoso, più strutturato.
È il cosiddetto Silver Fizz, dove entra in scena un ingrediente sorprendente quanto delicato: l’albume d’uovo.
Aggiungere albume trasforma il cocktail in una piccola esperienza sensoriale: lo rende vellutato, avvolgente, quasi “mousse” all’inizio, con quella schiuma compatta e lucida che si appoggia in cima come una nuvola.
La tecnica è un po’ più avanzata:
- Prima si fa un dry shake (senza ghiaccio) per montare l’albume.
- Poi un wet shake (con ghiaccio) per raffreddare.
- E infine, come sempre, si aggiunge soda per completare.
Risultato? Un drink elegantissimo, perfetto per brunch sofisticati, per una cena raffinata o per fare colpo con un twist da bartender esperto.
Perché è ancora così popolare?
Il Gin Fizz non è solo un cocktail storico: è anche sorprendentemente moderno.
Il suo successo attraversa i decenni per una serie di motivi molto concreti:
- Ha una struttura semplice, quasi scolastica: 3 ingredienti + soda.
- È facilissimo da personalizzare: cambia completamente a seconda del gin usato (più floreale, più speziato, più secco) o dell’agrume scelto (limone, lime, yuzu…).
- È fotogenico: la trasparenza brillante, la schiuma in superficie, il bicchiere lungo e sottile… è un cocktail che fa bella figura, anche nei feed social.
- È beverino ma mai banale: ha freschezza, ma anche acidità; è dissetante, ma con personalità.
È il cocktail perfetto da proporre a chi “non sa cosa bere ma vuole qualcosa di fresco e non troppo dolce”.
Funziona come un punto fermo del menu, ma è anche un ottimo terreno per sperimentare con variazioni stagionali e botaniche.
Le versioni più moderne
Negli ultimi anni, il Gin Fizz ha conosciuto un nuovo momento di popolarità, specialmente nei locali che amano mixare tradizione e creatività.
Tra le varianti più interessanti:
- Cucumber Gin Fizz → con fettine di cetriolo fresco shakerate insieme al succo, per un risultato più green e dissetante.
- Ginger Fizz → l’aggiunta di sciroppo di zenzero (o zenzero fresco pestato) regala un colpo di energia piccante.
- Lavender Fizz → gin infuso con fiori di lavanda e uno sciroppo floreale: perfetto per i mesi primaverili.
- Pink Fizz → un tocco di bitter al rabarbaro o un liquore di lamponi secchi, per un look rosa tenue e un profilo aromatico delicatamente fruttato.
Il Gin Fizz:
- è un pezzo di storia, ma sa stare al passo coi tempi
- è semplice, ma non semplicistico
- è il cocktail ideale per chi vuole qualcosa di pulito, fresco e ben fatto
In un’epoca di cocktail bar che cercano l’effetto “wow” a ogni costo, il Gin Fizz è una pausa frizzante e consapevole.
Un sorso che non ha bisogno di stupire per farsi ricordare.
E, detto tra noi, è il drink perfetto da ordinare con disinvoltura quando ti guardano e dici:
“Faccio io.”
Fonti:
IBA – International Bartenders Association (cocktail ufficiale)
“Imbibe!” – David Wondrich
Difford’s Guide – Gin Fizz variations
Punchdrink.com – Fizz Family Tree