Scheda tecnica semiseria per bartender coraggiosi (e un po’ pazzi)
Codice drink: #CIRCO001
Livello di difficoltà: 4.5 su 5 (con rischio momenti “ma chi me l’ha fatto fare”)
Tempo stimato: 48 ore, una discreta dose di zucchero e una certa instabilità mentale
Obiettivo dichiarato: Far dire al cliente “Ma che diavolo sto bevendo?”… con gli occhi a cuoricino
Il concept
Prendi un Negroni. Poi dimenticalo.
Anzi no: smontalo come un Lego, trasportalo nel cuore di una fiera anni ’80, infilagli zucchero filato, marshmallow, caramelle scoppiettanti e rimontalo con l’occhio di chi ama osare.
Il Fairground Negroni non è solo un cocktail, è un micro-show multisensoriale, un sorso che racconta una storia: l’amaro adulto del Campari che flirta con la dolcezza infantile, le texture che cambiano sotto i denti, l’illusione ottica che fa brillare gli occhi prima ancora del primo sorso.
Bevi, sgranocchia, ascolta lo snap delle caramelle: è un’esperienza.
Ingredienti e attrezzi del mestiere
CAMAPRI CANDYFLOSS
- 1 bottiglia di Campari (sì, tutta. Fidati.)
- Zucchero quanto basta (abbondare è la parola chiave)
- 10 g acido citrico (opzionale, ma aiuta a tagliare il dolce e far risaltare l’amaro)
- Dehydrator o forno a 60°C
- Una macchina per zucchero filato (seriamente: serve. Non provarci senza)
GIN MARSHMALLOW
- 225 g zucchero
- 50 ml sciroppo di glucosio
- 50 ml acqua
- 5 fogli di gelatina ammollati
- 1 albume
- 35 ml gin (Tanqueray consigliato per la sua botanica pulita)
- Termometro da zucchero, fruste elettriche, stampo unto e voglia di fare
VERMOUTH MARSHMALLOW
- Come sopra, ma sostituisci il gin con 100 ml di Martini Rosso
- Aggiungi un po’ di pazienza extra (il vermouth tende a dare una struttura più molle, ma fidati: funziona)
POP ROCKS GARNISH
- Pop Rocks al vermouth (se li trovi, sei un dio del bar. Altrimenti… improvvisa: cristalli di zucchero croccanti aromatizzati bastano a far scena)
Procedura (semiseria ma precisa)
1. Campari Candyfloss
Riduci il Campari con zucchero (e acido citrico se vuoi) fino ad avere una pasta densa e profumata da leccarsi i baffi.
Spalmala sottile su carta forno e dimenticala per almeno 8 ore in un ambiente asciutto (oppure in un forno ventilato a bassa temperatura o un dehydrator se sei un pro).
Quando sarà solida, spezzettala e frullala finché non diventa polvere rossa da sogno.
Questa polvere è il cuore del tuo zucchero filato: infilala nella macchina e guarda la magia avvolgersi in uno stecco spettacolare.
Attenzione: potresti volerlo mangiare prima ancora di metterlo nel drink. Resisti.
2. Marshmallow Gin & Vermouth
Porta zucchero + glucosio + acqua a 127°C con un termometro da zucchero. Nessun trucco: serve la precisione.
Nel frattempo, monta l’albume a neve.
Versa lo sciroppo a filo nell’albume continuando a montare, poi aggiungi il gin (o il vermouth, per la seconda versione) e continua finché il composto è lucido, elastico e “fa nastro”.
Versa tutto in uno stampo unto e lascia raffreddare per qualche ora.
Quando è sodo, taglia a cubetti perfetti e resisti alla tentazione di assaggiarli tutti. Serviranno. Forse.
3. Pop Rocks al Vermouth
Qui entra in gioco la fantasia: se riesci a trovare veri Pop Rocks, aromatizzali al vermouth con una breve infusione a secco.
Se invece sei un comune mortale, crea cristalli di zucchero aromatizzati e croccanti. Servono solo per un tocco retrò-sonoro.
Bonus: fanno ridere tutti, sempre.
Presentazione consigliata (spettacolo incluso)
- Bicchiere basso, elegante ma pronto a stupire
- Al suo interno: 1 marshmallow al gin + 1 al vermouth
- Stecco di zucchero filato poggiato sopra il bicchiere (effetto wow garantito)
- Pop Rocks sparsi sopra come sale su una margarita (ma più scoppiettanti)
Da servire accompagnato dalla frase d’impatto:
“Ti piace il Negroni? Perfetto. Dimentica tutto quello che sai.”
Note operative da appendere al frigo del bar
- Non tentare questo cocktail a fine turno. Mai.
- Lo zucchero filato teme l’umidità come il gin teme l’ananas: monta al momento.
- Preparati psicologicamente: chi lo assaggia lo vorrà raccontare agli amici (e probabilmente ordinarne un altro).
- Allerta Instagram: il cliente scatterà almeno 3 foto. Forse 7.
- Possibili richieste alternative tipo: “Posso averlo alla tequila?”
Rispondi con diplomazia, ma sappi che ti toccherà reinventare tutto.
Effetti collaterali stimati
- Improvviso senso di onnipotenza da “bartender visionario”
- Flashback dolci di feste in oratorio o Luna Park di provincia
- Aumento delle mance in proporzione all’effetto sorpresa
- Pubblicazione del tuo cocktail su almeno 2 storie Instagram nel giro di 10 minuti
- Discussioni tra clienti su quale marshmallow sia meglio (spoiler: tutti e due)
Conclusione?
Il Fairground Negroni non è solo una ricetta. È una dichiarazione d’intenti. È quel drink che ti fa dire “wow” ancora prima di berlo, e che resta in testa — e nel feed — molto dopo l’ultimo sorso. È per chi vuole stupire, per chi vuole giocare, per chi dietro al bancone non si limita a versare ma racconta.
È il tuo biglietto per il circo. Ora vai, e che lo spettacolo abbia inizio!