Etichette di whisky: come leggerle senza sembrare turisti

Hai scelto la distilleria, sai se vuoi un single malt o un blended. Ma poi arrivi davanti allo scaffale… e l’etichetta sembra scritta in runico. Niente panico! Ecco una guida per leggerla come un vero esperto:

“Scotch whisky” (La base)

Se leggi “Scotch whisky” sull’etichetta, sei al sicuro: significa che il prodotto è stato distillato e invecchiato in Scozia secondo regole rigidissime. Che sia single malt o blended, è sinonimo di autenticità.

“Single malt” e “blended”

  • Single malt: elegante, puro, prodotto in una sola distilleria.
  • Blended: mix di più distillati, spesso più morbido e accessibile.

“Cask strength” o “Full proof” – versione hardcore

Indica che il whisky è stato imbottigliato senza diluizione, a gradazione piena. Può superare i 60°, quindi meglio non berlo d’un fiato! Aggiungere qualche goccia d’acqua aiuta ad aprire gli aromi.

“Proof” – la vecchia scuola

Un tempo, per testare l’alcol, si dava fuoco al whisky: se la polvere da sparo bruciava, era “proof”. Oggi è una scala americana: 100 proof = 50% vol.

“No colour” o “No caramel added” – niente trucco

Significa che non è stato aggiunto caramello per uniformare il colore. Non cambia il sapore, ma i puristi lo apprezzano perché è whisky al naturale.

“No chill filtered” – più corpo, più gusto

Non è stato filtrato a freddo, quindi può contenere sedimenti ma conserva più oli e aromi. Una scelta da veri intenditori.

“Unpeated” – per chi non ama la torba

Indica che il whisky non è torbato, quindi niente sentori affumicati. Perfetto per chi ama un profilo più morbido e floreale.

Il whiskey irlandese: fratello diverso, stesso fascino

E poi c’è lui, il whiskey con la “e”, quello irlandese. Simile? Non proprio. Amico? Assolutamente sì.

Le differenze principali

  • Si scrive “whiskey” con la E.
  • Usa orzo non germinato in percentuali diverse rispetto allo scozzese.
  • Viene distillato tre volte, invece di due.
  • Ha uno stile più morbido, fruttato e rotondo.

Una questione storica (e di tasse)

Anticamente in Irlanda si pagava una tassa sull’orzo maltato. Così, per aggirare il problema, hanno iniziato a usare orzo non maltato. Il risultato? Un gusto meno dolce, più secco, ma inconfondibile.

Un processo a tre atti

  1. Prima distillazione: separa l’alcol dalla massa fermentata.
  2. Seconda e terza distillazione: rende il distillato più morbido.
  3. Invecchiamento: minimo 3 anni, ma i migliori superano i 12.

Il carattere del whiskey irlandese

  • Meno torba, più cereali puliti.
  • Aromi di miele, frutta e pane tostato.
  • Perfetto per chi cerca rotondità e leggerezza, senza rinunciare alla complessità.


Leggere l’etichetta di un whisky non è solo una questione tecnica: è come leggere la copertina di un romanzo. Dentro ci trovi la storia, la filosofia e lo stile della distilleria.

E una volta imparato a decifrarla, scegliere un whisky diventa come scegliere una canzone da ascoltare: dipende dal mood, dal contesto, dalla compagnia.

Ma soprattutto, ogni bottiglia è un invito. Ad aprirla. A condividerla. A raccontare storie.

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