L’Ouzo è un distillato greco ottenuto da mosto d’uva e speziata con bacche ed erbe aromatiche, fra cui spicca sopratutto il sentore d’anice. La sua gradazione alcolica va dai quaranta ai cinquanta gradi circa, mentre il suo colore è trasparente o leggermente biancastro se addizionato con acqua e ghiaccio, presenta inoltre qualche delicata sfumatura di tonalità blu. È consumato e realizzato principalmente in Grecia, le cui capitali di produzione sono da molti considerate le località di Plomari e Agiosos, situate sull’isola di Lesbo.
Dalle origini incerte dell’Ouzo ai giorni nostri
Alcuni lo considerano come un’acquavite ottenuta a seguito di una variazione di un altro importante distillato greco: il tsipouro; sembra di fatti che nel corso del XIV secolo i monaci del Monte Athos abbiano così scoperto la formula per realizzare l’ouzo, dapprima utilizzato per scopi medicinali.
Oltre a questa ipotesi c’è chi sostiene che le sue origini sono invece da cercare ai tempi dell’Impero Ottomano, in quanto è possibile che derivi dal raki, il distillato maggiormente utilizzato dai turchi.
Nonostante tutto ciò fu comunque l’impero Ottomano a diffondere la bevanda al di fuori dei confini greci; tuttavia il suo periodo di maggior consumazione e celebrità arrivò solamente al termine dell’indipendenza della Grecia, nel XIV secolo.
Un altro fattore che contribuì al suo consumo fu la scarsa disponibilità di assenzio ai primi del 1900, ciò portò l’ouzo a essere un suo valido sostituto, tanto che in alcuni casi fu preferito a quest’ultimo. Dopo diversi anni la storia del distillato subì una svolta, di fatto nel 1930 vennero introdotti i distillatori in rame, che permisero una maggiore qualità e quantità di produzione. Questi nuovi strumenti furono così importanti da diventare essenziali, sono di fatto utilizzati ancora oggi. Nel 1989 fu stabilito dalla legge che, per ottenere l’appellativo ouzo, il prodotto doveva essere realizzato esclusivamente in Grecia; è di fatto un distillato con denominazione IGP (Indicazione Geografica Protetta).
Da cosa deriva il nome ouzo?
Anche in questo caso non c’è una sola linea di pensiero, ma tante ipotesi ancora oggi oggetto di contestazioni. Per esempio secondo il professore Alexander Philadelpheus (1866-1955) la parola potrebbe derivare dall’italiano, precisamente dal vocabolo uso e dall’espressione uso Massalia. Questa teoria trova le sue fondamenta nel 1800 quando i greci della Tessaglia esportavano bozzoli di seta nella località di Marsiglia, i contenitori venivano infatti contrassegnati con uso Massalia. Nonostante questo è più probabile che il termine ouzo derivi dal turco, precisamente da üzüm, il quale indica semplicemente l’uva.
La produzione dell’Ouzo
La sua preparazione inizia con la pigiatura sia di uva fresca che uva passa, il cui mosto viene in seguito lasciato fermentare. Durante questa operazione vengono aggiunti gli elementi aromatici, tra cui spicca sicuramente l’anice che rimane il profumo principale del distillato; tuttavia sono addizionati anche altri ingredienti come liquirizia, chiodi di garofano, coriandolo, menta, finocchio, cannella e fiori di cedro: chiaramente ogni produttore ha la sua particolare ricetta. Dopodiché inizia la fase di distillazione con l’utilizzo di alambicchi in rame, in genere per una maggiore qualità l’operazione viene ripetuta più volte. Terminato questo passaggio il prodotto rimane a riposare diversi mesi e infine viene diluito con acqua, in modo tale da fargli raggiungere una gradazione alcolica di all’incirca quaranta gradi.
Zone di produzione dell’Ouzo
Come abbiamo già accennato il termine ouzo, per indicare il distillato dal profumo all’anice, può essere utilizzato solamente per quei prodotti realizzati in Grecia o nell’isola di Cipro. La produzione dell’acquavite può essere eseguita ovunque, ma al nome non è permesso lasciare i confini prestabiliti, esattamente come la grappa qui in Italia o il cognac il Francia.
Ouzo: le caratteristiche del distillato greco
È un distillato di notevole gradazione alcolica (40-50°) e caratteristico color bianco semi-trasparente, quando mescolato con acqua o ghiaccio, questo è dovuto agli oli essenziali presenti nella bevanda. In genere al palato si presenta chiaro e dal particolare aroma di anice, mentre a livello olfattivo regala un profumo piacevole e rinfrescante.
Come degustare l’Ouzo? Quali abbinamenti sono consigliati?
In linea generale è consigliato degustarlo freddo all’interno di bicchierini precedentemente raffreddati, ottimo sia come aperitivo rinfrescante che da piacevole dopo pasto. La tradizione poi vuole che venga gustato senza fretta e accompagnato da mezedes, tipici spuntini e antipasti della cultura culinaria della Grecia, a base di pesce come sarde, calamari, crostacei e polpi; è ottimo anche con formaggi e olive di produzione greca, nonché con verdure fritte. I migliori posti per assaporare tutto quello appena elencato sono le ouzeries, storici locali greci specializzati nel servire diverse tipologie di ouzo, abbinate poi a una vasta gamma di antipasti.
Il distillato può essere servito addizionato con acqua o ghiaccio, assumendo così un caratteristico colore bianco che viene definito per questo l’effetto ouzo. Esistono poi anche alcune ricette di cocktail che utilizzano questa acquavite, come l’Ouzorobot, una bevanda altamente alcolica a base di granatina, pisco e ovviamente ouzo; oppure ancora il cocktail Iliade con fragole e liquore all’amaretto.
Gli utilizzi dell’Ouzo in cucina
Il distillato può essere utilizzato per sfumare e insaporire alcune tipologie di ricette, in genere è consigliato inserirlo all’inizio del processo di cottura, in modo tale da lasciagli il tempo di evaporare, in modo tale che nella pietanza rimangano solamente i suoi particolari sentori. È adoperato spesso in preparazioni a base di frutti di mare, nonché addizionato nell’impasto di polpette prima della frittura oppure ancora viene aggiunto in dolci, come la mousse al cioccolato. Tra le ricette greche che contengono ouzo troviamo Sfakianopites (delle torte di formaggio di Sfakia), Dakos me Ouzo (delle fette biscottate d’orzo con pomodori e formaggio) e Makaronia me Thalassina (una pasta ai frutti di mare guarnita con una salsa alle erbe).
Le marche di Ouzo
In Grecia le marche migliori e più diffuse sono Plomari, Tinarvou e Kefi, tre aziende particolarmente apprezzate che vantano una grande tradizione alle spalle. Al di fuori dei confini greci sono maggiormente noti i nomi di Sans Rival, Barbayanni, Ouzo Mini e 12 Gold.
Curiosità: l’Ouzo nella cultura popolare greca
Alcune persone credono che questo distillato porti con sé tantissimi benefici ed effetti curativi; di fatto è spesso usato per alleviare mal di stomaco o mal di testa. Si dice perfino che i genitori dei bambini che stanno mettendo i denti, strofinino un po’ di ouzo sulle gengive per lenire loro il dolore.
Un’altra piccola curiosità per i turisti che visitano la Grecia: l’ouzo, essendo la bevanda nazionale del paese, possiede perfino un museo in suo onore nella città di Plomari sull’isola di Lesbo; qui sono raccolti i primi strumenti utilizzati nella sua produzione e diversi adesivi di etichette famose, realizzate nel tempo e applicate sulle bottiglie.