Come leggere un’etichetta senza farsi fregare dal marketing

Un uomo e una donna stanno scegliendo il vino in un negozio leggendo le etichette

L’etichetta di un vino dovrebbe informarti su ciò che stai per bere. Eppure, troppo spesso, può confondere. A volte seduce con parole affascinanti e immagini poetiche, per poi deludere al primo sorso, facendo sembrare il vino di qualità quando in realtà non lo è. Ma come fare per leggere correttamente un’etichetta senza farsi influenzare dalle facili promesse del marketing? Cosa davvero conta e cosa, invece, è solo un’abile strategia per attirare l’attenzione sugli scaffali?

Respira. Te lo spieghiamo in modo chiaro, senza frenesia da acquisto e senza ansia da collezionista. Ecco cosa devi sapere prima di metterti davanti a una bottiglia e fare una scelta consapevole.

La parte utile (quella da leggere davvero)

Ecco le informazioni essenziali che dovresti controllare prima di metterla nel carrello. Questi sono gli aspetti che ti danno davvero una base solida per capire cosa stai acquistando:

Denominazione: DOCG, DOC, IGT, “Vino”. Questi sigilli, pur non essendo una garanzia assoluta di qualità, ti aiutano a capire se dietro al vino c’è un disciplinare serio e una produzione regolamentata. Le denominazioni più prestigiose come DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) indicano che il vino ha seguito un processo di produzione rigoroso. Ma attenzione: non è sempre sinonimo di eccellenza, è solo un buon indicatore di controlli e standard.

Annata: È una delle informazioni più cruciali per i vini rossi e bianchi strutturati. Per esempio, un bianco prodotto nel 2022 potrà essere perfetto anche nel 2025, mentre un rosso del 2021 sarà perfetto nei prossimi anni. Un rosé del 2018, però? Meglio lasciarlo sugli scaffali, perché i rosé tendono a non invecchiare bene e perderanno freschezza. La data di produzione ti dice molto sul vino e sulle sue caratteristiche.

Vitigno: Se c’è scritto, è un indizio positivo. Significa che il produttore sta cercando di trasmetterti un’informazione chiara su ciò che stai per bere. Se manca, chiediti perché. C’è una ragione se non viene menzionato, e spesso è per non svelare un blend di uve poco interessante o troppo comune.

Produttore: Quanto più piccolo e artigianale è il produttore, tanto più probabile che il vino sia genuino e di qualità. Certo, non sempre è così, ma se hai modo di conoscere il produttore o di cercare informazioni sul suo conto, sicuramente otterrai un quadro più completo del vino che stai per acquistare.

Gradazione alcolica: Ti dice molto sul corpo e sul carattere del vino. Un vino con una gradazione alcolica superiore ai 14° sarà, con tutta probabilità, un vino robusto e intenso, con una struttura potente, perfetto per accompagnare piatti decisi e saporiti. Se la gradazione è più bassa, il vino sarà generalmente più fresco e leggero.

La parte marketing (da prendere con le pinze)

E ora veniamo alle parole magiche, quelle che ormai vediamo ovunque sulle etichette e che, purtroppo, non sempre corrispondono a realtà. Sono frasi che fanno sognare, ma non ti dicono realmente nulla sulla qualità del vino. Ecco alcuni esempi che trovi spesso:

  • “Selezione speciale”
  • “Tradizione di famiglia”
  • “Vigneti scelti”
  • “Affinato in botte”
  • “Vino di carattere”

Queste parole non sono bugie, ma spesso sono vaghe e generiche, scelte per evocare emozioni più che per informare concretamente. Non farti ingannare: più che queste frasi, cerca dettagli veri e specifici. Se un vino è davvero “affinato in botte”, chiediti: che tipo di legno? Per quanto tempo? Se il vino è “vigneti scelti”, in quale zona e con quali metodi? Più i dettagli sono concreti e più l’etichetta rispetta la tua curiosità.

Gli indizi da etichetta retro

La retroetichetta è spesso dove si nasconde la verità sul vino. Non è solo una zona di “riassunto” ma un campo di indizi che possono fare la differenza. Ecco cosa dovresti cercare:

Zona di provenienza più precisa: Una zona generica come “Langhe” è meno informativa rispetto a una dicitura che specifica il “Comune di La Morra”. La zona più dettagliata ti aiuta a capire meglio le caratteristiche organolettiche del vino, legate al microclima e al tipo di terreno.

Tipo di terreno, altitudine, esposizione: Se sono menzionati, questi dettagli danno un importante indizio sulla qualità e sull’originalità del vino. Un vigneto che cresce su terreni calcarei, magari in alta quota, avrà caratteristiche differenti rispetto a uno che cresce in pianura.

Tecniche di vinificazione: Le tecniche sono fondamentali per comprendere il carattere del vino. Viene macerato? Fermenta in acciaio? Affina in barrique? Più il produttore è trasparente su queste informazioni, più hai la sensazione che ci sia cura e passione dietro al vino. Se non trovi questi dettagli, chiediti: c’è qualcosa che non vogliono dirti?

Non è necessario essere esperti di enologia per capire questi dettagli, ma è importante che ci siano. Se non ci sono, forse anche il vino avrà poco da raccontarti.

E le etichette illustrate, fighette, artistiche?

Sì, le etichette belle sono un’arte, e alcune sono davvero eleganti e affascinanti. Ma attenzione: una bella etichetta non basta. Molte volte, dietro a un’illustrazione accattivante c’è solo una bottiglia che non ha nulla da raccontare. L’importante è che l’etichetta non sia l’unica cosa che ti colpisce.

Molte etichette artistiche sono abbinate a vini altrettanto curati, ma non farti ingannare. Se l’etichetta è tutta estetica e non contiene informazioni chiare o dettagli verificabili (come un QR code che porta a una pagina trasparente sul produttore e sulla sua filosofia), allora potresti trovarti di fronte a una bottiglia più “vuota” di quanto pensi.

Regola d’oro di questo episodio

Un’etichetta bella può attirarti. Ma una etichetta chiara ti rispetta. Un vino ben comunicato sa dirti chi è, da dove viene e cosa aspettarti. Certo, alla fine, la prova del calice è l’unica che conta davvero, ma almeno, con un’etichetta chiara, non ti troverai mai ad acquistare a occhi chiusi.

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