Montana, 1925. I fratelli Burbank, conducono un ranch con signorilità (George) e virilità (Phil). I due si occupano dello spostamento delle mandrie, dell’essiccazione delle pelli e dell’addestramento degli uomini che lavorano al ranch. Il loro cammino si intreccia con quello di una vedova (Rose), che George sposa, e del figlio adolescente della vedova (Peter), verso i quali Phil è ostile e apparentemente insensibile. Tuttavia sarà Phil, più che il fratello, a scavare nella vita di Rose e Peter, e a scoprire che Peter è in grado di vedere ciò che gran parte degli uomini non vedono.
Il potere del cane è stato girato in una valle sterminata della Nuova Zelanda, terra natìa della regista, che ricorda molto il nostro Salento. Ma c’è anche un altro elemento naturale che ci ha ispirato nella scelta del vino da abbinare alla visione di questo film, ed è il cuoio. Quello delle selle da cavallo e degli indumenti da cowboy, quello del lazo che Phil promette di intrecciare per Peter, quello che Rose regala ai mercanti nativi americani.
Il cuoio è uno degli aromi che si sviluppa durante l’invecchiamento di vini ottenuti da vitigni fortemente tannici, come ad esempio il Negroamaro. Vitigno d’elezione del Salento, coltivato su suoli calcarei argillosi e piuttosto asciutti. Una volta veniva usato per produrre vini da taglio ma oggi, vinificato in purezza, dà vini robusti, eleganti e longevi, che con l’invecchiamento sviluppano proprio i profumi del cuoio.
Una delle migliori espressioni del Negroamaro è il Salice Salentino Negroamaro Doc Riserva. Un vino rosso di medio corpo, che al naso offre sentori di ciliegia e prugna, mora ed erbe aromatiche, infine cannella e liquirizia. L’ingresso al palato è di marmellata di ciliegie e di more, con un finale tutto dedicato alla liquirizia e al cuoio per l’appunto. Il protagonista di questa esperienza visiva e gusto-olfattiva che vi prenderà al lazo.