Sebbene spesso utilizzati come sinonimi, il vermouth e il Martini sono in realtà due bevande distinte, con caratteristiche uniche che li differenziano l’uno dall’altro.
Il vermouth è un tipico aperitivo a base di vino aromatizzato con erbe, spezie e altri ingredienti, che conferiscono alla bevanda un sapore complesso e un profilo aromatico distintivo. D’altra parte, il Martini è un marchio registrato di vermouth, noto per la sua eleganza e per essere un ingrediente chiave in alcuni dei cocktail più celebri al mondo.
In questo articolo esploreremo le differenze tra vermouth e Martini, evidenziando le caratteristiche che li rendono unici e le ragioni per cui sono spesso associati.
I diversi stili di vermouth
Il vermouth è un vino liquoroso bianco o rosso nato in Francia e che nel nostro paese ha avuto il maggiore successo nelle regioni limitrofe ai nostri vicini di oltralpe. La sua ricetta cambia leggermente da produttore a produttore, ma per realizzarlo, di base, occorrono differenti varietà di spezie e di erbe.
Esistono due stili di vermouth, ognuno dei quali viene utilizzato per diverse finalità. Il vermouth bianco, chiamato anche secco, è un vino liquoroso di colore giallo pallido. Viene definito “secco” appunto per il suo sapore, caratterizzato dal bassissimo contenuto di zuccheri (solo il 5%). Buonissimo da bere solo, il vermouth bianco ha però trovato la sua fortuna grazie all’abbinamento con liquori e distillati, nella creazione di famosissimi e intramontabili cocktail.

Il vermouth rosso, oppure dolce o italiano, invece, non è adatto da bersi solo. La sua ricetta porta ad una bevanda con il 15% di zuccheri, perfetta da abbinare con whisky, gin e brandy per la realizzazione di celebri cocktail come il Negroni, il Manhattan o l’Americano.
Cambiano i tempi
Fino a poco tempo fa si sarebbe potuto dire che il vermouth più famoso del mondo fosse il Martini ma, forse per discorsi commerciali dovuti all’attuale sovraffollamento del mercato causato dall’incredibile emergere di realtà artigianali, è stata la stessa azienda di Torino, nel 2023, a chiamarsi fuori dai giochi. La nuova ricetta della celeberrima bevanda piemontese, infatti, ha portato ad un abbassamento del grado alcolico, ora al 14,4%. Tecnicamente, per essere considerato vermouth, un vino deve avere un grado alcolico di almeno 15,5°. Il Martini, ora, dalle dichiarazioni dell’amministrazione delegato della Martini & Rossi, preferisce essere definito vino aromatizzato.
In realtà, il sapore del drink italiano più famoso nel mondo non è cambiato di una virgola, è semplicemente poco più leggero, e continua ad essere venduto e apprezzato in ogni angolo del pianeta.
Curiosità
Il vermouth, nel sud della Spagna, è una delle bevande alcoliche più apprezzate durante le tapas, l’equivalente iberico del nostro aperitivo. Il vermut, o vermù, così come viene chiamato da quelle parti, è molto più beverino di quello a cui siamo abituati. È rosso, davvero dolce e viene servito freddo, come da tradizione spagnola.

Cosa abbiamo capito?
In conclusione, mentre il vermouth e il Martini sono spesso confusi o considerati sinonimi, è importante comprendere le differenze che li distinguono. Il vermouth rappresenta una vasta categoria di bevande a base di vino aromatizzato, che offre una gamma di varietà e stili unici. Il Martini, d’altra parte, è un marchio di vermouth rinomato e ampiamente riconosciuto per la sua qualità e versatilità nei cocktail.
Sia il vermouth che il Martini hanno contribuito alla cultura dei drink e hanno lasciato il segno nella storia delle bevande alcoliche. La prossima volta che ordinerete un cocktail, saprete apprezzare la differenza tra il vermouth e il Martini e potrete fare una scelta consapevole in base al vostro gusto e alle vostre preferenze.