Lo Spritz, ormai, è diventato quasi un simbolo nazionale. Come la pizza o il caffè, ognuno ha la sua idea precisa di “quello giusto” e guai a contraddirlo. Basta uscire con un gruppo di amici per sentire i soliti tre schieramenti: c’è chi rimane fedele all’Aperol come fosse una religione, chi sfoggia il suo amore per il Campari con aria da intenditore, e chi – soprattutto in Veneto – non accetta repliche: per lui esiste solo il Select. E ti guarda male se pronunci “Spritz Aperol” nel raggio di tre metri.
Ma cosa si nasconde dietro queste tre varianti del drink italiano per eccellenza? Non è solo una questione di gusto. È anche (e forse soprattutto) una questione di stile, di personalità, di identità. Lo Spritz che scegli racconta qualcosa di te, di come ti approcci alla vita, all’aperitivo, al mondo.
Allora facciamo un piccolo viaggio tra le tre anime dello Spritz: Aperol, Campari e Select. Tre colori, tre storie, tre modi diversi di brindare. Qual è il tuo?
L’Aperol Spritz: la pop star del gruppo
Colore: arancione brillante, allegro e immediatamente riconoscibile
Gusto: dolce-amaro, agrumato, leggero
Gradazione alcolica: 11% vol
Personalità: solare, amichevole, social
L’Aperol Spritz è lo Spritz delle vacanze al mare, dei pomeriggi estivi con gli occhiali da sole e il tramonto perfetto per la foto da postare. È quello che trovi in ogni bar, da Milano a Palermo, ed è probabilmente il primo Spritz che hai assaggiato.
Nato a Padova nel 1919 grazie ai fratelli Barbieri, l’Aperol è stato per anni l’eterno secondo del Campari… finché qualcuno non ha capito che la sua freschezza e il suo colore acceso potevano diventare irresistibili per il pubblico globale. Detto, fatto: è esploso in tutto il mondo con una comunicazione curatissima e un’identità tutta nuova.
È il drink per chi ama l’aperitivo easy, per chi vuole qualcosa di fresco e poco impegnativo, da bere chiacchierando al sole o in piedi tra amici.
Pro: è leggero, beverino, va bene con tutto.
Contro: per i più “snob”, è un po’ da principianti. Ma chissenefrega, no?
Il Campari Spritz: l’intellettuale di famiglia
Colore: rosso rubino intenso
Gusto: amaro deciso, speziato, erbaceo
Gradazione alcolica: 25% vol
Personalità: sofisticata, urbana, con un tocco dark
Campari è il cugino più serio. Quello che si veste sempre bene, ascolta jazz e ti parla di architettura brutalista mentre sorseggia un cocktail in un bar con arredi minimal. Ma non è snob: semplicemente, ha gusti forti e idee chiare.
Nato a Milano nel 1860, è il decano degli amari italiani. Il Campari ha carattere, profondità, una struttura quasi da bitter puro. Non è per tutti, almeno non subito. Ma chi lo ama, lo difende con fervore.
Il suo Spritz è il preferito da chi vuole un drink deciso, elegante, che ti accompagna con garbo ma non si fa mettere in secondo piano. È perfetto per l’aperitivo milanese, quello con i piattini curati e le luci soffuse.
Pro: ha stile, è intenso e avvolgente.
Contro: non è per chi cerca leggerezza o dolcezza.
Il Select Spritz: il veneziano doc
Colore: rubino con sfumature violacee
Gusto: amaricante, bilanciato, con note di rabarbaro
Gradazione alcolica: 17,5% vol
Personalità: autentica, elegante, con una punta nostalgica
Il Select è il più “vero”, almeno secondo chi è nato e cresciuto tra i canali di Venezia. Creato nel 1920 proprio nella Serenissima, è il bitter dello Spritz originale, quello servito nei bacari con l’oliva verde e qualche cicchetto rustico a far compagnia.
Non ha l’appeal internazionale dell’Aperol, né il carisma potente del Campari, ma ha un equilibrio che conquista. È il preferito di chi cerca autenticità e storia, di chi ama scoprire prodotti di nicchia e raccontarne le origini con orgoglio.
Il Select è per chi ha un’anima un po’ vintage e non ha bisogno di seguire le mode, perché sa già dove vuole andare.
Pro: raffinato, originale, con un’identità tutta sua.
Contro: ancora poco diffuso fuori dal Nord Est (ma piano piano… ci stiamo arrivando).
Confronto rapido
Se vogliamo mettere in fila i tre protagonisti dello Spritz, basta guardare a poche semplici cose.
Partiamo dall’origine: l’Aperol nasce a Padova nel 1919, il Select un anno dopo a Venezia, mentre il Campari è il veterano del gruppo, nato a Milano nel lontano 1860. E già questo dice qualcosa: Aperol e Select sono figli del Nord Est, mentre il Campari ha quell’eleganza tutta meneghina.
A livello di gradazione alcolica, c’è un bel salto: l’Aperol è il più leggero, con i suoi 11%, seguito dal Select che si ferma a 17,5%, mentre il Campari gioca decisamente in un’altra categoria con i suoi 25%. Quindi se vuoi qualcosa di easy, sai già dove andare. Se invece cerchi struttura, Campari è quello che fa per te.
Il gusto? L’Aperol ha quella dolcezza agrumata e piacevole che lo rende super accessibile, il Select è più amaricante ma ben bilanciato (grazie anche al rabarbaro), mentre il Campari è l’amaro puro, deciso, speziato, per palati più allenati.
E infine il look: Aperol è arancione acceso, pop e solare. Campari è rosso rubino, intenso, scenografico. Select ha un colore rubino tendente al violaceo, più elegante e misterioso.
Ecco, ora che li conosci un po’ meglio, è più facile capire qual è il tuo. Ma tanto, come dicevamo… dipende tutto dall’umore del giorno.
Quale scegliere?
Dipende tutto da te. Da dove sei, da che giornata hai avuto, da che umore hai.
Se ti va qualcosa di fresco e immediato, da sorseggiare in leggerezza con qualche oliva, vai tranquillo con l’Aperol. È il drink del “va bene tutto”, ideale quando vuoi solo rilassarti e goderti il momento.
Se invece hai voglia di qualcosa di più intenso, che lasci il segno e ti faccia sentire un po’ più adulto, il Campari ti darà grandi soddisfazioni. Un po’ come passare dal pop al jazz.
E se sei in vena di esplorazione o ti trovi nel Nord Est, non perderti il Select. È un piccolo gioiello ancora troppo poco conosciuto. E ti farà sentire come in una piccola osteria veneziana, anche se sei in città.
Oppure, fai come noi: cambia Spritz a seconda dell’umore, del contesto, della compagnia. Non c’è una sola verità, per fortuna.
Bonus: lo Spritz tasting con gli amici
Hai mai pensato di organizzare una mini degustazione di Spritz? Basta poco:
- Tre calici, tre bitter diversi: Aperol, Campari, Select.
- Stesso Prosecco, stessa dose di soda.
- Giudicate profumo, gusto, colore, e magari cosa si abbina meglio a ogni Spritz (patatine, formaggi, tartine?).
Insomma, chi ha detto che lo Spritz è solo un pretesto per bere? Può diventare un piccolo viaggio sensoriale, tutto made in Italy.
E tu, che Spritz sei?