Ti siedi al tavolino, il sole accarezza i vetri del bicchiere e il cameriere arriva con quel mix arancione brillante che sa di relax e chiacchiere tra amici. Lo guardi, sorridi… e poi arriva il pensiero:
“Ma quante calorie ha, esattamente, un Aperol Spritz?”
Spoiler: meno di quanto immagini, ma più di quanto vorresti.
In questo articolo facciamo chiarezza: niente allarmismi, solo qualche numero, un pizzico di buon senso e qualche dritta per goderti l’aperitivo più iconico d’Italia senza sensi di colpa.
Quante calorie ha davvero un Aperol Spritz?
La ricetta classica, quella che trovi quasi ovunque, prevede tre parti di Prosecco (circa 90 ml), due di Aperol (intorno ai 60 ml) e uno splash di soda. Tradotto in numeri: circa 75 kcal dal Prosecco, 85 dall’Aperol e praticamente nulla dalla soda. Il totale? Siamo intorno alle 160 kcal a bicchiere.
Ovviamente, questa cifra può oscillare leggermente, in base al tipo di Prosecco scelto o alla mano più o meno generosa di chi lo prepara. Ma, in generale, si rimane in una forbice tra le 150 e le 180 kcal.
Per fare un confronto utile: è meno calorico di un bicchiere di vino dolce e molto più leggero di un Negroni, che può facilmente superare le 200 kcal.
Dove si nascondono le calorie?
La maggior parte arriva dall’Aperol, che contiene zuccheri in quantità non trascurabile (circa 24 grammi per 100 ml). Il Prosecco, invece, contribuisce con l’alcol. La soda, quella frizzantina che dà il tocco finale, è praticamente innocua: zero zuccheri, zero calorie, solo freschezza.
Se volessimo analizzare lo Spritz dal punto di vista dei macronutrienti, troveremmo soltanto zuccheri e alcol. Nessun grasso, nessuna proteina. Solo piacere.
E le versioni “light”?
C’è chi vuole tenere d’occhio le calorie anche all’ora dell’aperitivo. E sì, esistono modi per rendere il tuo Spritz un po’ più leggero, senza snaturarne l’essenza.
Una possibilità è quella di restare fedeli alla ricetta, ma con qualche accorgimento. Scegliere la versione analcolica dell’Aperol, che contiene meno zucchero, può essere una buona idea. Anche optare per un Prosecco brut o extra brut aiuta a ridurre l’apporto calorico, visto il minore contenuto di zuccheri. Infine, dosare leggermente di meno le quantità mantenendo il giusto equilibrio (per esempio 60 ml di Prosecco, 40 di Aperol e 10 di soda) permette di scendere attorno alle 110-120 kcal per bicchiere, senza perdere il colore e il carattere tipico dello Spritz.
Un’altra strada, invece, è quella delle alternative creative. Qui si gioca con bitter analcolici e privi di zucchero, magari abbinati a una soda aromatizzata al pompelmo o all’arancia amara. Una fetta d’arancia fresca e qualche foglia di menta possono completare il quadro. Non sarà il classico Spritz, ma se stai attraversando un periodo detox o vuoi qualcosa di più leggero e fresco, può essere una scelta sorprendentemente piacevole.
E gli abbinamenti? Qui si gioca la vera partita.
Lo Spritz difficilmente arriva da solo. Il suo arrivo segna spesso l’inizio di un momento conviviale, e con lui arrivano anche le tentazioni salate. Patatine, olive, tramezzini, cicchetti veneziani: lo sappiamo, resistere è difficile.
Ed è proprio lì che le calorie si moltiplicano. Una manciata di patatine può aggiungere circa 150 kcal, cinque olive ne portano altre 60, un tramezzino supera facilmente le 200, mentre i cicchetti — deliziosi ma ingannevoli — possono variare dai 100 ai 300 kcal a pezzo. In altre parole: non è lo Spritz a mettere in crisi la bilancia, ma quello che gli ruota attorno.
Consiglio zen: goditelo. Sul serio.
L’Aperol Spritz non è un succo detox né un elisir di lunga vita. È un rituale semplice e conviviale. È quel momento in cui la giornata si prende una pausa, il tempo rallenta, e ti concedi un gesto che ha più a che fare con il piacere che con il conteggio delle calorie.
E se tutto questo ti costa 160 kcal… onestamente, ne vale la pena. Anzi, è quasi un affare.
Un bicchiere di Aperol Spritz apporta in media 160 kcal, provenienti quasi interamente da zuccheri e alcol. Ci sono versioni più leggere, certo, ma senza mai perdere l’anima. E il vero pericolo, diciamolo, sono le ciotole di patatine. Quelle sì che andrebbero servite con l’etichetta nutrizionale!